Sono numerose le zone italiane vocate alla coltivazione della vite, una pianta antica che necessita di molteplici cure colturali. Questo, soprattutto nel caso in cui si desideri ottenere uva da vino, per produrre alcuni tra i più noti vini italiani. Negli ultimi decenni, le pratiche colturali correlate alla vite sono cambiate parecchio. Inizialmente, vi è stato un ampio ricorso a pesticidi e prodotti di sintesi di vario genere; oggi le cose stanno cambiando ulteriormente. Da un lato vi è stata, già in passato, l’introduzione di vitigni di maggiore qualità, alcuni anche tra i cosiddetti vitigni internazionali. Dall’altro lato, sempre più cantine stanno prediligendo uve di qualità provenienti da coltivazioni ecosostenibili (leggi il dossier di Repubblica.it sulle previsioni entro il 2050). Tra queste, la cantina Ferrari di Trento è una di quelle che ha ottenuto maggiori successi: vini pluripremiati, prodotti con tecniche antiche, preferendo limitare il ricorso ai pesticidi.
L’arte di vivere italiana
Chi ancora non conoscesse la cantina Ferrari di Trento può approcciarsi ad essa sul sito di Bibentes, una vera e propria enoteca online dove sono disponibili, in buona parte, i prodotti dell’azienda vitivinicola. Si tratta di un’azienda di famiglia, fondata da Giulio Ferrari nel 1902; poiché senza figli e in cerca di un degno successore, tra i tanti dipendenti il signor Ferrari lasciò in eredità l’azienda agricola a Bruno Lunelli, proprietario di un’enoteca a Trento, i cui eredi ancora oggi gestiscono la cantina Ferrari. La necessità di passare da una coltivazione di tipo tradizionale, ancora caratterizzata da un regolare e costante utilizzo di pesticidi e diserbanti, ad una di tipo biologico, ben si confà alla vision aziendale di Ferrari: già il fondatore Giulio, intendeva ricercare l’eccellenza nella produzione della cantina.
L’eleganza di Ferrari è un’icona di stile che si riconosce fin da subito: il gusto per la bellezza e un’attitudine tipicamente italiana ad assaporare ogni istante nella sua pienezza.
Un vino green
Sperimentazione e ricerca continua, l’esperienza si rinnova giorno dopo giorno nel rispetto della tradizione. Questa eccellenza oggi passa anche attraverso il tentativo di trarre ciò che di buono c’è da un territorio, rispettandolo nel migliore dei modi possibile. Tutte le etichette Ferrari sono Trentodoc e nascono in esclusiva da uve trentine coltivate in alta quota, secondo i valori di un’agricoltura sostenibile di montagna. Ormai è dal 2017 che le cantine Ferrari hanno ottenuto la certificazione biologica per tutti i vigneti trentini di loro proprietà. Questo risultato è stato ottenuto con grandi sforzi e ingegno, in modo da limitare i danni arrecati dall’agricoltura a un territorio già impoverito da uno sfruttamento durato nei decenni.
Il risultato
L’eccellenza alle cantine Ferrari è stata poi perseguita anche nelle metodologie di produzione dei loro vini. Stiamo parlando di vini spumanti prodotti ancora oggi con il metodo classico (puoi approfondire qui), il medesimo che si utilizza in Francia. In termini enologici si tratta di uno spumante, anche se negli ultimi anni si preferisce utilizzare il termine bollicine. Questo per diversificare i vini prodotti con il metodo classico, che prevede anni di lavoro dietro ad ogni singola bottiglia di vino, dal prosecco o dai cosiddetti vini spumantizzati. La gamma di vini prodotti da Ferrari è ampia, mantenendosi comunque all’interno della tradizione dello spumante, quindi dai classici brut fino ai demi sec, passando attraverso i rosati e i perlé.
Quando gustarlo
Oggi sono molti coloro i quali propongono il consumo di vino spumante a tutto pasto. Del resto, un buon brut ben strutturato delle cantine Ferrari si presta di certo ad accompagnare antipasti di terra e di mare, così come primi piatti dai sapori freschi e secondi leggermente più complessi. Per i più tradizionalisti lo spumante metodo classico si abbina solitamente agli antipasti, mentre i demi sec sono perfetti per accompagnare un buon dolce, possibilmente non a base di frutta; assolutamente da provare con la sbrisolona.