Punta Infreschi: area marina protetta

Punta Infreschi: area marina protetta

La  costa campana, tra Salerno e la Punta dello Zancale, custodisce una perla di  raro valore: l’Area marina potetta Costa degli Infreschi e della Masseta.

Quest’oasi si estende, per essere più precisi, tra i comuni di San Giovanni a Piro, Camerota e Punta Spinosa e con i suoi 2000 ettari e più di superficie (di questi 14 chilometri circa si trovano sulla costa) incanta ogni anno centinaia di turisti.

L’area marina si trova a sua volta nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Cosa vedere

Ammirare questo splendido tratto di costa basta di per sé a lasciare chiunque la osservi senza parole, ma una volta qui bisogna godere di tutto quello che la zona ha da offrirci: natura, storia, paesaggi e quant’altro.

Questo sito di interesse comunitario si contraddistingue per il vastissimo livello di eterogeneità ambientale raggiunto; in un’area tutto sommato compatta si possono ammirare infatti paesaggi marini con tanto di baie, rade, spiagge e persino sorgenti, ma anche una fitta macchia mediterranea in cui tra uliveti e vigneti campeggia una flora tipicamente locale caratterizzata da alcune specie endemiche di raro pregio.

Non meno interessante è lo spettacolo che la zona offre ai biologi marini che hanno individuato a queste latitudini caratteristiche talmente rare da inserire la Costa degli Infreschi e della Masseta tra le aree di reperimento secondo i parametri indicati dalla Legge Quadro sulle aree protette (349/91). Ma non è tutto.

Non è raro imbattersi poi in grotte carsiche che, in un tempo ormai remoto, furono abitate da uomini preistorici di cui oggi è possibile ancora rinvenire dei resti.

L’Area Marina distingue al suo interno una zona A, adibita a riserva integrale, una zona B o di riserva generale con aree maggiormente tutelate di altre, ed una Zona C a riserva parziale.

Tra i luoghi di più marcato interesse turistico ricordiamo Cala bianca, le spiagge della Masseta, la piscina degli Iscolelli ed infine la sorgente di Santa Caterina. Chi volesse, grazie ad un apposito servizio di navigazione costiero, potrebbe raggiungere ciascuna delle suddette località con estrema facilità.

Cenni storici

L’uomo mise piede in queste zone già a partire dal Paleolitico medio e, secondo alcuni scienziati almeno, qui visse un ominide che potrebbe rappresentare il punto di congiunzione tra diversi anelli della catena evolutiva: l’homo camerotensis.

Successivamente la zona continuò ad essere abitata da diverse popolazioni la cui principale fonte di sussistenza era la pesca. Bisogna aspettare il 21 ottobre del 2009 perché essa venga proclamata area marina protetta.

Flora e fauna

La zona da questo punto di vista più interessante è quella compresa tra Torre di Cala Bianca e Torre degli Infreschi. Qui, grazie anche a politiche di ripopolamento ittico, vive una gran moltitudine di esemplari marini tra cui spiccano i posidoneti.

Importante è anche la presenza di policheti e soprattutto di molluschi non molto diffusi nelle acque italiane tra i quali ad esempio spicca la vacchetta di mare.

Le normative

L’area è stata istituita con lo scopo di preservare alcuni elementi naturali e consentire quindi agli addetti ai lavori di compiere attività di studio e ricerca. E’ allora ovvio che, sebbene si miri ad uno sviluppo sostenibile della zona, sia vietato compiere delle azioni che ne possano in qualche modo turbare gli equilibri naturali.

Foto di Mario Penner [CC BY 3.0], attraverso Wikimedia Commons.

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