Venti caldi del Sahara: quali sono e come riconoscerli

Venti caldi del Sahara: quali sono e come riconoscerli

Nel deserto del Sahara soffiano venti diversi, alcuni più noti e conosciuti, altri meno, ma tutti ugualmente importanti per la vita di quegli sconfinati spazi. Potremmo pensare che il vento non abbia una funzione concreta ma in realtà svolge un’azione preziosa anche tra le dune.

A seconda del tipo di vento che soffia le temperature si possono abbassare di alcuni gradi. Questo consente una sorta di refrigerio sia agli esseri viventi che alla poche piante che crescono nel deserto. Il vento è anche portatore di vita perché pollini e semi trasportati nell’aria da un luogo all’altro generano nuovi frutti. Conosciamo meglio quattro tra i venti più famosi del Sahara: il ghibli, il khamsin, il simùn e l’harmattan.

Ghibli, il caldo vento del Sahara

Il ghibli è un caldo vento del Sahara, forse quello più noto e famoso. Soffia soprattutto in primavera e all’inizio dell’estate in direzione delle coste libiche dall’entroterra. E’ un vento secco e molto caldo, portatore di grandi quantità di polveri e sabbie desertiche. Proprio per la sua forza riesce a modificare i paesaggi che incontra spostando la sabbia da un posto all’altro.

Per le popolazioni del nord Africa non è un vento amico perché il suo perdurare per giorni rende difficoltosa la vita umana. Il suo nome cambia localmente, a seconda della zona si trasforma in kibli, gibleh, gibli o gebli.

Khamsin

Il khamsin è un vento che soffia sulla zona orientale del nord Africa anche per 50 giorni di fila. Proprio dalla sua lunga durata deriva il nome, dall’arabo hamsin o khamsun, che vuol dire cinquanta. Il periodo in cui colpisce maggiormente con le sue sferzate impetuose va dalla fine dell’inverno ad inizio estate, in particolare nei mesi da aprile a giugno.

E’ un vento burrascoso che può soffiare a raffiche di 70/80 km all’ora e molto caldo, che fa impennare le temperature anche di 12°. Quando questo accade si verificano delle tempeste di sabbia, chiamate haboob. Le polveri e le sabbie desertiche arrivano in Egitto, nell’Africa del nord e nella penisola araba. Addirittura si oscurano i cieli di Paesi molto lontani, come il Libano, la Siria, Israele, la Turchia meridionale e quelli dei territori palestinesi.

Simùn

Il simun ha caratteristiche simili allo scirocco ed è un vento molto secco ed estremamente caldo. Soffia in Algeria, in Giordania, Siria, Palestina e nel deserto arabo. Si genera dall’incontro delle basse pressioni presenti nel mar Mediterraneo con le alte pressioni desertiche. Una volta che supera il mare si arricchisce di umidità. E’ un tipo di vento particolarmente nocivo per l’uomo, infatti il suo nome significa velenoso.

E’ fastidioso perché porta con sé temperature elevatissime, che possono superare i 54°, e fanno percepire un senso di soffocamento. Quando soffia in cicloni dalla forma circolare movimenta grandi nuvole di sabbia e polvere che cambiano continuamente l’aspetto delle dune. Il periodo in cui è maggiormente presente è il mese di luglio ma soffia in genere dalla metà di giugno a quella di agosto.

Harmattan

Un altro vento che soffia con potenza e impetuosità nella regione del Sahara è l’harmattan. Anche questo è ritenuto una specie di disastro naturale in quanto provoca oscuramenti del sole e riduce la visibilità per giorni, come se ci fosse la nebbia. Soffia nel periodo invernale, da novembre a marzo, dal deserto verso il Golfo di Guinea e spesso le polveri raggiungono distanze impensabili. Possono arrivare fino addirittura in Sud America.

Questo rimescolamento di sabbia e polveri desertiche è definito harmattan haze e rappresenta un vero danno economico per le compagnie aeree. Non ci sono soltanto caratteristiche negative che riguardano l’harmattan. In alcuni casi porta frescura e refrigerio, perché contribuisce ad abbassare le temperature elevate. Per questo talvolta viene definito con l’appellativo di dottore, un vento in grado di alleviare la calura.

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